L’importanza della catena del soccorso
È mercoledì 14 agosto, una bellissima giornata con il cielo quasi sgombro di nuvole e una temperatura molto gradevole anche nel fondovalle. L’ideale per una gita in compagnia sulle bellissime montagne della nostra provincia. Un nostro volontario del gruppo di Borgo ha appuntamento con suo amico, volontario anch’esso del comitato di Latina, e sua moglie per una passeggiata fin sulla vetta della Paganella. Da lì è possibile osservare un meraviglioso panorama poiché si vedono le Dolomiti di Brenta, il Lago di Garda, la Valle dell’Adige e i gruppi Dolomitici delle Pale di San Martino, Latemar, Catinaccio, Sella e Val di Non.
Dalla località di Santel, a poca distanza dal centro abitato di Fai della Paganella, iniziano la loro gita con le seggiovie, fino a raggiungere il rifugio “La Roda”, a quota 2125 metri. Dopo aver consumato nel rifugio un ottimo pranzo, si sono incamminati verso un punto panoramico, dove sono anche presenti vari tralicci degli impianti di telecomunicazioni installati sul monte. Il sentiero ha delle brevi salite e discese ma non è impegnativo e la distanza da coprire per arrivare a destinazione circa 800 metri. Arrivati quasi a destinazione, l’imprevisto che cambia completamente la giornata: l’amico di Latina ha appena il tempo di avvisare di un improvviso malore e cade immediatamente a terra prono totalmente incosciente! La situazione appare subito gravissima: recuperata lucidità dopo attimi di sgomento il nostro volontario attua il protocollo BLS e verifica subito la presenza delle funzioni vitali nel suo amico. È incosciente, non respira: si deve subito cominciare il massaggio cardiaco! Un altro turista che ha assistito all’accaduto chiama il NUE112 mentre il nostro volontario inizia immediatamente le compressioni toraciche e le insufflazioni bocca a bocca. Dare la posizione all’operatore NUE 112 è questa volta molto semplice “vicino alle antenne della rete TETRA sulla Paganella” suggerisce al turista il nostro volontario che sta massaggiando il petto del suo amico. Iniziano minuti interminabili in cui si gioca una partita delicatissima con l’anossia cerebrale, ovvero i danni che il cervello può riportare in mancanza di una corretta ossigenazione. Danni spesso irreversibili. Dopo alcuni minuti l’elicottero di Trentino Emergenza atterra poco distante e scende l’equipe composta da medico anestesista, l’infermiere e il tecnico del soccorso alpino. Il soccorso viene immediatamente intubato e ventilato con ossigeno ad altissimi flussi, come prevede il protocollo. Si collegano le placche del defibrillatore e inizia una lunghissima sequenza di scariche per resettare il cuore. Per cercare di sostenere il battito e la pressione arteriosa vengono anche somministrati i farmaci necessari. Dopo quasi mezz’ora di frenetica attività, la scarica del defibrillatore riesce a far ripartire il cuore che riprende un’attività spontanea, seppure molto debole. Il paziente è quindi stabilizzato e pronto per il trasporto immediato in elicottero all’ospedale S. Chiara di Trento al reparto di emodinamica.
Da questo momento inizia l’ignoto: la catena del soccorso che si è attivata istantaneamente sarà stata efficacie? Il paziente, dopo le cure e gli accertamenti del caso, è mantenuto sedato per le successive ventiquattro ore per verificare se abbia superato senza danni il trauma subito . Trascorrono altre ventiquattro ore e i medici del reparto di terapia intensiva sciolgono la prognosi: l’amico del nostro volontario si sta svegliando e sembra che i danni anossici siano pressoché assenti: un vero e proprio miracolo! A cinque giorni dall’incidente è tornato a parlare e muoversi regolarmente, un risultato eccezionale! L’unico effetto dell’incidente è la completa amnesia di quel mercoledì 14 agosto.
Un episodio del genere sarà tra quelli da menzionare durante le lezioni di primo soccorso: ogni anello della “catena di soccorso” ha funzionato in modo perfetto. La telefonata al NUE 112 è stata immediata così come immediate sono state le corrette valutazioni e le azioni conseguenti come le compressioni del massaggio cardiaco e le insufflazioni praticate dal volontario. Altrettanto tempestivo l’arrivo del defibrillatore e dell’equipe sanitaria con i farmaci necessari. Infine la rapida centralizzazione in ospedale. Ma non va dimenticato chi consente a tutti i volontari di mantenere una costante conoscenza dei protocolli di intervento ossia gli istruttori delle manovre salvavita e in particolare gli istruttori che in questo caso hanno formato il volontario del gruppo della Bassa Valsugana.
Grazie a una perfetta applicazione della manovre, della catena di soccorso e ad un pizzico di fortuna che in questi casi serve sempre, l’amico del nostro volontario potrà presto tornare a casa insieme alla sua compagna e trascorrere ancora giorni in amicizia insieme ai suoi amici e cari. (ddp)
Sono fiero di te…caro Amico volontario della Croce Rossa Italiana. Chi trova un Amico trova un Tesoro, il tuo amico di Latina ha trovato veramente un tesoro inestimabile che si trasporterà nel cuore per il resto dei suoi giorni! Un plauso a te caro David e a tutta l’equipe di Croce Rossa e l’equipe sanitaria del Soccorso aereo e dell’ospedale di Trento. Bravi tutti quanti Ma i complimenti vanno soprattutto a te caro David che sei intervenuto in prima linea nei primi assoluti Preziosi importanti minuti senza di te Il tuo amico non ce l’avrebbe mai e poi mai fatta è proprio il caso di dire che è in debito con te per una vita!