La notte di vaia, ricordiamola un anno dopo
Quel lunedì i volontari sono stati allertati fin dal primo pomeriggio. La protezione civile Trentina, allertando il comitato provicniale, ha disposto l’apertura della Sala Operativa Regionale (SOR) per la gestione dei nostri interventi in autonomia rispetto alla CUE che era già oberata di chiamate e per la gestione dell’emergenza ordinaria. Nella gestione della SOR si sono succeduti vari volontari per 5 giorni h24. A Trento e a Rovereto sono stati allestiti dei centri di accoglienza per le persone che hanno dovuto per precauzione lasciare la propria abitazione. Qui sono stati distribuiti pasti caldi e fornito supporto psicologico grazie alla presenza dei SEP. In varie parti del territorio i servizi di soccorso in ambulanza sono stati rafforzati nei punti più colpiti, come per esempio Levico Terme che è rimasta per una notte isolata dagli ospedali di Trento e Borgo Valsugana. A fatica alcuni volontari sono riusciti a portare un tank di gasolio stivato nel magazzino di Campiello di Levico fino a Trento dove è rimasto a disposizione per tutta l’emergenza nel caso fosse saltata la corrente. Terminata l’emergenza nel trentino orientale, 3 volontari del Comitato di Trento sono partiti alla volta dell’agordino dove hanno aiutato i colleghi del comitato di Belluno nel liberare alcune strade degli alberi abbattuti.
In val di Sole il Comitato di Trento, coordinato sempre dalla SOR , si è mosso in aiuto del gruppo di Dimaro. Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre una eccessiva quantità di acqua si è riversata sulle pendici del monte alle spalle dell’abitato di Dimaro. Mentre nel resto del Trentino, soprattutto quello orientale, si registrava il passaggio di un uragano con venti superiori ai 160 km/h, che di fatto ha spianato una lunga e tortuosa scia di alberi ininterrottamente da Folgaria fino al passo Rolle e oltre nell’Agordino, a Dimaro il rio Rotian stava portando a valle una porzione di terreno staccatasi a quota 1389 metri nei pressi di Malgetto di Almazzago. Mentre scendeva silenziosamente dal bosco, la massa di fango diventava sempre più grande e potente fino a trovare sfogo alla fine del bosco, dove si trovavano alcune case a schiera e il campeggio del paese. La massa di fango ha completamente coperto il prato spazzando via tutto quello che non aveva delle fondamenta e riempito rompendo le finestre dei primi piani, le case interessate con la sua melmosa fanghiglia. Non tutti sono riusciti a trarsi in salvo, chi scappando e chi rifugiandosi ai piani alti. Purtroppo, una donna, una mamma di due bambini, ha perso la vita in quell’abbraccio mortale nel quale il fango l’aveva avvolta. Di seguito il racconto dei fatti direttamente dalla referente del gruppo di Dimaro che ha seguito tutta la vicenda e la continua a seguire tutt’ora.
Tutto ha avuto inizio il 29 ottobre quando una forte ondata di maltempo si è abbattuta su tutta la regione. Uno strano presagio per quella pioggia fitta e insistente ha spinto la Referente del Gruppo a chiamare già alle 17:20 due volontari per chiedergli di spostare dal garage i mezzi CRI e portarli in un altro posto. Il sesto senso femminile si è concretizzato poi alle 18.45 quando il sindaco avvertiva la stessa referente che era stata proclamata l’allerta rossa e che si stava allestendo la SOR. Dalle 19:00 il gruppo di Dimaro e tutti i suoi volontari sono rimasti attivi ininterrottamente h24 fino al 4 novembre a disposizione sia della CUE-112 con due ambulanze per sopperire alla situazione creatasi con le strade bloccate e alcuni centri abitati isolati, sia della SOR con gli altri mezzi per togliere le persone non deambulanti dalle loro case ed essere accompagnate nei due centri di accoglienza allestiti per l’occasione: l’albergo San Camillo di Dimaro appositamente riaperto per l’emergenza e la caserma dei Vigili del Fuoco di Malè. Da quest’ultima poi le persone sono state temporaneamente accompagnate in vari Hotel di Malé e dintorni per una loro più confortevole sistemazione.
Quando la situazione si è calmata, nella notte tra il 4 e il 5 novembre, due volontari del gruppo di Dimaro hanno censito le persone alloggiate nei 4 piani dell’albergo San Camillo che durante quei 4 giorni sono stata sempre accudite e confortate dalla presenza dei volontari della Croce Rossa di Dimaro. Parliamo per far capire la mole di lavoro, del censimento di 250 persone che è iniziato verso le 23 ed è terminato alle sei del mattino. Le famiglie ospitate presso la zona di Malé, circa una trentina di individui, sono state invece gestite da alcuni volontari della sede di Coredo, gruppo Val di Non. Insieme a una moltitudine di uomini della PAT, volontari dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni distretto e caserma del Trentino, il giorno 5 di novembre sono arrivati a dare man forte nella gestione delle persone rimaste fuori dalla propria casa, i SEP della Croce Rossa e i volontari degli Psicologi per i Popoli. Insieme ai giovani del gruppo della Croce Rossa di Dimaro che aiutavano ad accudire i più piccolini e a stemperare un po’ il clima, hanno confortato gli sfollati ospitati al San Camillo, ascoltato i loro racconti e raccolto le loro esigenze. La sera, per non lasciare le persone senza nulla di caro da sole, si organizzavano dei giochi per intrattenere queste persone. I volontari, guidati da una loro collega anch’essa sfollata e ospitata presso l’albergo San Camillo oltre che farmacista di professione, hanno provveduto alla raccolta delle necessità di medicinali di tutti i presenti, a ordinarli presso la farmacia di Presson e alla loro distribuzione. Non avendo con loro nulla, gli sfollati sono stati aiutati dalla Croce Rossa con pacchi di generi per l’igiene personale e la cura della persona, asciugamani e intimo per tutti. È stata subito organizzata una raccolta di vestiti sui social con una risposta della popolazione strabiliante sia per generosità che per velocità. Si sono approntati dei servizi indispensabili come per esempio quello di lavanderia, supportato economicamente dalla Comunità di Valle e gestito dalla Croce Rossa e ricevuto dalla ditta Idropejo SRL bancali di acqua potabile per tutta la popolazione di Dimaro e i volontari occupati nell’emergenza visto che l’acqua potabile in paese non c’era. Nella seconda fase dell’emergenza la Croce Rossa, ormai supportata dalla SOR e da tutti i gruppi del Comitato di Trento, ha continuato a garantire una ambulanza in emergenza dalle ore 7:00 alle ore 21:00 con un equipaggio composto da un volontario del gruppo di Dimaro e due volontari provenienti da altri gruppi di cui uno infermiere. Le attività di sostegno agli sfollati sono continuate con l’aiuto di SEP e dei giovani. Come da protocollo ogni giorno veniva rifatto il censimento e aiutate le persone che ne avevano avuto l’autorizzazione, a rientrare in casa e riprendere una loro quotidianità.
Finita la parte emergenziale, la Croce Rossa insieme al Comune e agli assistenti sociali hanno formato un tavolo di sussidio. Per settimane il giovedì pomeriggio è stato aperto dai volontari della CRI, dal gruppo Giovani e dalle assistenti sociali uno sportello per accogliere le esigenze della popolazione. Al 31 dicembre 2018 rimanevano senza una sistemazione chiara 29 persone suddivise in cinque nuclei famigliari alle quali però erano stati dati temporaneamente degli alloggi in appartamenti trovati loro dal comune.
A distanza di un anno l’abitato è stato ricostruito. Le case che hanno subito danni strutturali stanno pian piano tornando ad essere agibili nei casi in cui si è potuto sistemare le fondamenta. La zona colpita dalla frana è stata acquistata dalla provincia che provvederà al risanamento. L’edificio della pizzeria e la zona del camping sono state dichiarate zona rossa e non sarà più possibile costruire. Ancora alcune persone rimangono fuori dalla loro casa nella zona colpita ma quasi tutti hanno risolto in maniera quasi definitiva il problema imminente di un tetto sotto cui continuare a vivere.
Numerose le iniziative che si sono succedute in questi giorni per ricordare quel disastro e per parlare di maltempo e cambiamenti climatici. Noi vi ricordiamo quella di Levico, alle ore 20:30 al Palalevico con anche l’intervento dei nostri volontari e le altre realtà della protezione civile che sono intervenute in paese quella sera.
A Dimaro invece si terrà, sempre la sera del 29 ottobre, una manifestazione in ricordo dei fatti di quella notte: una camminata dalla zona del campeggio fino alla chiesa del paese dove il vescovo Lauro Tisi celebrerà una cerimonia religiosa in suffragio della vittima di quella notte. (le)