Altra attività sociale nel 2018
Le attività che persegue l’Obiettivo strategia 2 sono riferite in generale alle vulnerabilità della più ampia delle accezioni. L’impegno richiesto ai volontari è crescente come crescenti sono giorno per giorno queste vulnerabilità. Questo obiettivo rappresenta e deve rappresentare per tutti i volontari un dovere sociale e morale che appartiene al DNA di Croce Rossa.
Negli articoli precedenti vi abbiamo già parlato di quanto abbiamo fatto per gli anziani, per le famiglie con problemi economici e quanto fatto con gli Operatori del Sorriso nel corso del 2018. In questo articolo vi parliamo invece del resto delle attività.
Distribuzione delle ore di volontariato di area sociale suddivise per attività nel 2018
Povertà, inclusione sociale, dipendenze, vittime di violenza e supporto alle vulnerabilità in generale sono dunque i cinque pilastri delle attività sociali svolte dal Comitato di Trento. Macro-aree di intervento che si declinano in maniera differente tra i gruppi in base alle richieste di aiuto pervenute e alle vulnerabilità specifiche del territorio. Collaborando poi con molte altre associazioni che si occupano degli stessi temi, si cerca ove possibile di portare aiuto in termini di volontari e di materiali e mezzi ma anche in termini economici. Questo comporta che in alcune zone del Comitato certi gruppi facciano le attività “in autonomia”, in altri l’attività viene compiuta sinergicamente con le associazioni presenti, in altre zone invece la stessa attività viene totalmente gestita e portata avanti dall’altra associazione di volontariato.

Distribuzione dell’impegno delle attività sull’area sociale nel 2018
Ogni gruppo gestisce poi le attività che orbitano intorno all’obiettivo strategico 2 come crede, o meglio, come il suo territorio richiede. Consci di non poter fare tutto, i referenti dell’obiettivo strategico 2 in collaborazione con i volontari individuano attività che sono possibili e con risultati raggiungibili con le risorse in campo del gruppo. Capita a volte che per un periodo gruppi vicini collaborino per far fronte a esigenze particolari.
Nel periodo invernale, quando fa freddo, il comitato si impegna ad aiutare delle associazioni che si occupano di dare un tetto, un letto e una colazione alle persone senza fissa dimora. A Trento ci sono 2 realtà: la prima organizzata dal comune che affida alle associazioni la gestione dei dormitori e viene chiamata “Emergenza freddo”, la seconda, gestita dalla curia presso il “Dormitorio di Papa Francesco”. In entrambi i casi i volontari, solitamente a gruppi di 2 o 3 passano, la sera e la notte nelle residenze controllando che tutto vada per il meglio. Al mattino si verifica che le persone abbiano lasciato i propri letti in ordine e chi ne era incaricato abbia fatto i propri compiti. Nel 2018 sono stati 36 i turni, 3 di “emergenza freddo” e 33 al “Dormitorio di Papa Francesco”, coperti dalla Croce Rossa. per un totale di 674 ore, 84 per l’emergenza freddo e 594 al “Dormitorio di Papa Francesco”, di volontariato.

I punto bimbo nel 2018
Un’altra attività che negli ultimi anni è diventata un appuntamento fisso per alcuni gruppi è quella relativa alla gestione di casette messe a disposizione dei comuni per permettere la privacy alle mamme e ai bambini durante l’allattamento o il cambio. Spesso conosciuti come “Punto bimbo”, sono delle casette in legno di una metratura sufficiente a permettere agilmente a una mamma di cambiare il proprio bambino al caldo, o di prendersi il tempo per allattarlo senza distrazioni. I volontari si occupano sostanzialmente dell’accoglienza e di verificare ed eventualmente sistemare la casetta per il prossimo avventore.
Molte altre sono le attività portate avanti dai volontari e variano spesso come detto da gruppo a gruppo. In alcuni si portano avanti “tradizioni” che esistono fin da quando il gruppo è esistito come per esempio la misurazione della pressione presso il circolo anziani a Pergine Valsugana o la collaborazione con CARITAS del gruppo valle del Chiese nella distribuzione di vestiti usati a chi versa in difficoltà, oppure il progetto farmaco pronto di Lavis che consiste nel portare a chi non è autosufficiente i farmaci a casa dalla farmacia, o ancora a Mezzocorona il servizio di accompagnamento al punto prelievi per le persone con difficoltà a deambulare e devono andare a fare esami del sangue. A Trento, altro esempio, esiste da sempre uno sportello di ascolto aperto a chiunque abbia necessità di parlare dei propri problemi. I volontari, appositamente formati dal corso OSG (Operatore sociale generico) che dà loro delle basi per poter ascoltare in maniera attiva i problemi delle persone e se queste lo necessitano, indirizzarle agli uffici sociali competenti o le aiutano a trovare insieme delle piccole soluzioni fino ad arrivare ad aiutare a pagare bollette, affitti, pratiche per avviare richieste burocratiche.
Territori diversi, necessità diverse come si è detto più volte. Nel sociale questo è vero più che mai perché sebbene vi siano delle congiunture economiche dominanti che accomunano regioni e periodi, il disagio attecchisce e cresce in situazioni spesso simili. Tra le varie attività dell’obiettivo strategico dell’inclusione sociale c’è quella della lotta alle dipendenze. Non si tratta solo di dipendenze da sostanze come si potrebbe facilmente credere, ma di dipendenze psicologiche, spesso subdole, spesso “tollerate” e che lentamente portano alla distruzione della rete sociale delle persone. Nel corso del 2018 sono stati organizzati parecchi incontri nelle comunità per parlare di questo tema e per sensibilizzare la popolazione.
Per conoscere tutte le nostre attività nel 2018, vi invitiamo a prendere lettura di questo articolo.(le)