Le anime di San Patrignano
Mattino presto dello scorso 17 Marzo, il pullman è arrivato e anche quattro volontari del gruppo di Mezzocorona sono in fila per predere il loro posto. Hanno deciso di partecipare all’iniziativa organizzata dalla delegata Provinciale per le dipendenze, Monica Sandler, di visitare la Comunità di San Patrignano a Rimini.
Durante il viaggio i volontari erano entusiasti ma anche ansiosi nell’affrontare una realtà così problematica come quella che riguarda gli ospiti della comunità, ma una volta arrivati ed essere stati accolti da alcuni ragazzi che stanno seguendo il percorso per liberarsi dalle loro dipendenze, il senso di disagio è presto sparito. Per tutta la giornata questi ragazzi hanno accompagnato i loro ospiti attraverso tutta la comunità. La visita è stata intensa e i volontari hanno visitato la cantina prima, la stalla poi, la stamperia, il laboratorio tessile, il panificio, la cucina e la mensa. In tutti questi luoghi i ragazzi sono coinvolti attivamente in prima persona appena entrano in comunità, svolgendo un vero e proprio lavoro per 8 ore al giorno e realizzando prodotti usati sia per necessità interne che per la vendita al pubblico e ricavandone gli introiti necessari a coprire anche le ingenti spese giornaliere come per esempio quelle per mangiare, gestire la comunità, comperare prodotti per la pulizia e l’igiene. Durante la visita non sono mancati momenti in cui i ragazzi hanno raccontato di esperienze drammatiche nelle loro vite.
Un momento emozionante per i 4 volontari di Mezzocorona è stato durante il pranzo nella sala a dir poco mastodontica che contiene fino a 1.500 persone. Come in tutta la comunità, le regole anche qui sono importantissime e rispettate: nessuno inizia a mangiare fino a che tutti, ma proprio TUTTI, non sono a sedere, al triplice battito delle mani di uno dei componenti lo staff della ristorazione, tutti si siedono e stanno zitti. Il silenzio che si raggiunge è irreale e dopo qualche secondo è permesso mangiare. La mensa è suddivisa in settori: ogni settore comprende i ragazzi che lavorano in una specifica attività. Nessuno si alza dal tavolo se quelli del proprio settore non hanno finito.
Nel dopo pranzo sono stati proiettati all’interno del teatro della comunità alcuni filmati e alla fine c’è stato il tempo per rispondere a dubbi o curiosità.
La visita si è conclusa allo spaccio della comunità, dove i volontari hanno avuto la possibilità di acquistare qualche prodotto. All’uscita un arcobaleno stupendo ha salutato il pulman. Nel cuore di tutti è stato letto come un segno di buon auspicio per le anime di quei ragazzi che combattono per riconquistare autostima e dignità.
Per questi ragazzi che finito il percorso di 4 anni dovranno tornare alla vita vera, San Patrignano è una scuola di vita.
L’arcobaleno non è stato di buon auspicio per il pulman nel viaggio di rientro che è stato costellato infatti da varie fermate per controllare prima la cinghia dell’alternatore che faceva i capricci, poi la temperatura dell’acqua che era salita troppo. Bravissimo l’autista-meccanico che nonostante tutti questi imprevisti è riuscito a riportare tutti a Trento dove, per fortuna fuori dall’autostrada, il pullman ha dato definitivamente forfait.
Aggiustare un motore non è un problema, aggiustare un’anima è infinitamente più difficile. (sc)