Un giorno insieme a noi…
Oggi vi vogliamo raccontare la storia di uno di noi, un soccorritore durante un emergenza in ambulanza…
Domenica 4 marzo, ore 14.22, veniamo chiamati per una sospetta frattura a un arto inferiore. Partiamo e arriviamo sul target dieci minuti dopo. Ciò che la centrale ci aveva preannunciato risponde al vero, ma in più troviamo un paziente molto molto dolorante. Per fortuna gli infermieri arrivano in nostro supporto, sottoponendo il paziente Stefano (il nome è puramente di fantasia) a una terapia del dolore. Non vi racconto il dolore che segnava il suo viso e che nonostante i farmaci non lo abbandonava neanche un attimo, dovevamo assolutamente togliere gli scarponi da sci. La sua mano teneva il mio braccio, così stretto che sentivo attraverso la divisa le unghie che solcavano la mia pelle. Con pazienza però, siamo riusciti a metterlo in sicurezza con i vari presidi, l’abbiamo caricato sull’ambulanza e ci siamo avviati verso l’ospedale di Cles. Alle 15.39 consegniamo Stefano nelle mani del personale del pronto soccorso e via per un altro intervento.
Due ore più tardi ritroviamo Stefano ancora in pronto soccorso, ci avviciniamo, lui ci guarda, e nonostante la sofferenza che gli si legge in viso mi stringe la mano e con gli occhi lucidi mi chiede scusa per essersi aggrappato con forza a me ma che siamo stati i suoi “angeli” e che ci ricorderà come una parentesi meravigliosa nonostante l’incidente.
Dopo due giorni mi arriva una telefonata da un numero sconosciuto. Rispondo. Era lui, Stefano, e mi dice: “Sto per ritornare a Roma, ci vediamo l’anno prossimo in inverno, vi lascio il mio pensiero e un pezzo di cuore”.
Questo è il nostro “stipendio”: semplici grazie che arrivano dal cuore. (lb)