Nel nostro secolo egoista!
Ma perché ricordare tante scene di dolore e di desolazione e causare così emozioni penose? Perché raccontare, con compiacenza, dettagli lacrimevoli e insistere su situazioni senza speranza?
A questa domanda del tutto naturale, noi rispondiamo con un’altra domanda. Non ci sarebbe modo di fondare, in ogni Paese d’Europa, delle Società di soccorso che avessero per scopo far curare i feriti in tempo di guerra da volontari, senza alcuna distinzione di nazionalità? Ecco perché questo libro è stato scritto, nel nostro secolo “egoista”, quale migliore attrattiva per i cuori generosi, per i caratteri cavallereschi, che correre gli stessi rischi dell’uomo d’armi, con una missione tutta volontaria di pace e di consolazione!
Chi indovina da quale libro è tratto questo testo?
Quanti di voi cari volontari ha letto “un souvenir de Solferino”?
E chi l’avrà scritto? Ovvio… Jean Henri Dunant!
Quello che più mi ha colpito di questa ultima versione del 1902 è la contemporaneità del contenuto, di come l’autore riassuma in queste poche righe, ma dense di significato, il vero spirito del movimento di Croce Rossa. Fortunatamente non siamo in tempo di guerra, tuttavia pensiamo a quante volte ci troviamo sollecitati dai media a “ricordare tante scene di dolore e di desolazione e causare così emozioni penose”, a “raccontare, con compiacenza, dettagli lacrimevoli e insistere su situazioni senza speranza”. Non ci credete? Ecco un esempio. Tutti i giorni i telegiornali raccontano e ricordano le storie dei migranti, persone cariche di speranza e di vita in cerca di libertà e pace. Nemmeno il mare li può tenere lontani da queste “chimere” di civiltà e democrazia.
Il “secolo egoista” di Henri è proprio un retaggio storico? Non mi pare. Qualcosa è ancora rimasto. Per fortuna esistono ancora “cuori generosi e cavallereschi in missione di pace e consolazione”!
Cuori generosi e volonterosi tutti riuniti sotto un’unica bandiera! (ps)