Esercitazione interforze a Civezzano
Cosa può succedere durante un venerdì sera di metà ottobre nel comune di Civezzano? Di tutto!!!
Se non fosse stata una esercitazione interforze, sarebbe stata veramente una serata particolarmente sfortunata. Venerdì scorso, 13 ottobre, 3 nostre ambulanze ognuna con un equipaggio di 3 volontari hanno lavorato incessantemente dalle 19:00 alle 23:00 per salvare insieme ai VVF di Civezzano, Fornace e Cognola una decina di simulatori rimasti coinvolti in 7 tragici eventi. Tutti i volontari erano radunati alla caserma dei Vigili del Fuoco di Civezzano, in trepida attesa di quello che il comandante Gianluca Shmid ha pensato nei mesi scorsi per questa serata. Si è inventato di tutto e di più! Non ci credete?
Ecco cosa vi siete persi se non eravate a Civezzano venerdì scorso.
ore 19:00
Il telefono squilla per la prima volta nella centrale dedicata all’esercitazine e allestita nella caserma in località Sille di Civezzano: una signora, non vedendo rincasare il marito dopo l’imbrunire, si è recata nei campi dove l’uomo stava lavorando con il trattore e lo ha trovato a terra, poco distante dal trattore. Subito un’ambulanza è stata inviata sul posto e, verificata la necessità di mettere in sicurezza il mezzo agricolo ancora in moto e in posizione pericolosa, ha richiesto l’intervento dei VVF per assicurare la scena e soccorrere il contadino. Questo racconterà di essere rimasto impigliato nella ruota del trattore con un lembo della giacca e trascinato quindi a terra per poi essere schiacciato alla gamba dalla ruota stessa. Il soccorso presenta subito delle difficoltà, visto l’ambiente impervio – nel posto dove si trova l’uomo l’erba è alta e il terreno è scosceso, a ridosso di un canale – ed il buio fitto. Dopo un certosino lavoro di immobilizzazione, il pover’uomo è stato trasportato in ospedale per le cure e gli accertamenti.
ore 19:05
Il telefono squilla ancora! Questa volta alla centrale arriva la voce di una nonn che ha visto entrare il nipote all’interno di una casa abbandonata, arrapicandosi fino ad una finestra del secondo piano. Il ragazzo è dentro ormai da alcune ore e non risponde ai richiami della madre. Un’ambulanza viene inviata sul posto dove, appena giunti, i soccorritori ascoltano la storia della donna e verificano che: “No! Dal piano terra è impossibile accedere alla casa! È necessario l’intervento dei VVF con un mezzo idoneo!” Arrivano quindi i VVF con una piattaforma mossa da un braccio idraulico. Per primi salgono due di loro per aprire la finestra e verificare la sicurezza dello stabile. Cercano il ragazzo. Lo trovano caduto nel vano di un ascensore, visibilmente dolorante per via di un trauma da caduta. È richiesto l’intervento dei sanitari che salgono portandosi dietro tutto il necessario per un intervento così complesso: zaino, aspiratore, ossigeno, collari cervicali, corsetto estricatore (necessario per bloccare in asse collo e schiena in luoghi agusti, prima di mettere il paziente su una barella) e l’asse spinale. Il ragazzo è recuperato e portato fuori tramite una barella toboga fissata alla piattaforma. Verrà poi portato all’ospedale competente per gli accertamenti e le cure.
ore 20:05
La voce alla cornetta racconta di una persona caduta da un ponte sulla provinciale tra Torchio e Valle. Viene inviata sul posto una nostra ambulanza. Il terreno è impervio ed è necessario l’intervento del SAF (Soccorso Alpino e Fluviale) dei VVF. Vengono portati sul greto del torrente sottostante i soccorritori sia della CR che dei VVF per formare delle squadre di ricerca. La persona è trovata in stato confusionale poco distrante. Nella caduta sembra si sia slogata una caviglia e che da solo abbia tentato di trovare una via per risalire. Questa volta è andata bene, ma vista l’altezza della caduta, l’infortunato è portato in pronto soccorso per degli accertamenti.
ore 20:20
Alla centrale arriva la chiamata di un signore che dice esserci un incendio nel suo palazzo. Partono subito un’ambulanza ed un mezzo dei VVF alla volta di Bosco, dove l’incendio è scoppiato. Non appena arrivati sul posto si capisce che il numero delle persone coinvolte e che necessitano cure e assistenza immediata è superiore al numero dei soccorritori appena arrivati: scatta così il protocollo degli eventi maggiori (quando appunto il numero dei feriti è maggiore del numero dei soccorritori arrivati per primi). Altre squadre di soccorso sono richieste ed oltre ad altri VVF che spengono l’incendio sono inviate anche altre 2 ambulanze, una della quali dirottata in rientro dall’ospedale dove ha appena portato per accertamenti un ragazzo feritosi poco distante cadendo nel vano ascensonre di un casolare abbandonato. Il protocollo degli eventi maggiori prevede che la squadra arrivata per prima subito verifichi il numero esatto delle persone coinvolte e per quale patologia saranno in maggior numero portati in ospedale così da preparare il nosocomio con il personale adatto. Viene fatta una prima ricerca perimetrale all’esterno dell’edificio dove sono trovati 4 condomini infreddoliti e affumicati.
Non appena i VVF danno il via libera, un soccorritore entra nell’edificio e anche lì si accinge a verificare il numero delle persone coinvolte. Le stanze sono ancora piene di fumo, la corrente elettrica non c’è e il controllo deve avvenire stanza per stanza, accucciato per evitare di respirare il fumo che ancora permea gli ambienti, con una torcia dato il buio pesto, e seguendo il perimetro delle stanze, cercando altre porte. Gli appartamenti sono 2 con un totale di 8 stanze e richiedono tempo per essere perlustrati in queste condizioni. Fortunatamente solo 1 persona è trovata ferita ed è quindi soccorsa e opportunamente trasportata all’uscita dove il responsabile della viabilità metterà a disposizione una ambulanza per portarla in ospedale.
ore 21:30
I mezzi sono appena rientrati in “sede” quando un’altra chiamata fa suonare il telefono della centrale. Sembra che una ruspa di grosse dimensioni abbia travolto una macchina nel piazzale di un’azienda. La chiamata è concitata e le informazioni confuse. Le informazioni ricevute non permettono di capire se ci sono feriti ed eventualmente quanti siano. È mandata sul posto una ambulanza in codice rosso per verificare l’accaduto il prima possibile. Appena arrivati i volontari vanno in contro da una signora che si sta sbracciando nel piazzale. È lei che ha chiamato ed è ancora agitata. Mentre un soccoritore rimane con la signora, l’altro verifica l’accaduto e conta 3 persone coinvolte: 2 nella macchina, visibilmente danneggiata, e una sulla ruspa, in stato confusionale. Per mettere in sicurezza la zona vengono richiesti i VVF, mentre per portare soccorso a tutti, viene chiesto l’aiuto di un’altra ambulanza. La signora che ha chiamato sembra arrabbiata nei confronti del manovratore che a sua volta, sentendo le invettive della donna nei suoi confronti si chiude nella sua cabina. Per la sua e la sicurezza degli altri è bene che qualcuno lo aiuti a tranquillizzarsi e a farlo scendere. Con un po’ di pazienza un volontario riesce a tranquillizzare e far scendere l’autista mentre con l’aiuto dei nuovi arrivati e delle pinze idrauliche si riesce ad estricare le due persone rimaste bloccate all’interno della macchina, caricarle sulle ambulanze disponibili e inviarle presso l’ospedale idonoeo più vicino.
ore 21:40
Non c’è tregua stasera. Questa volta volta si tratta di un furgone che ha travolto una persona che è rimasta incastrata sotto il pianale. È necessario che oltre all’ambulanza sia inviata sul posto una squadra di VVF per mettere in sicurezza il mezzo e liberare il malcapitato. Il lavoro dei VVF per stabilizzare il mezzo è certosino e con l’aiuto di speciali palloni il mezzo viene alzato. Il pedone, che quando è stato travolto camminava senza luce lungo la strada non illuminata, è liberato e caricato su un materassino rigido (che preserva sia l’integrità della shiena, che del collo e garantisce maggior confort in caso di fratture al bacino) per poi essere trasportato al centro traumatologico.
ore 22:00
Ennesima chiamata che fa trillare il telefono. Questa volta una signora a spasso con il cane riferisce di una macchina uscita di strada. Si vedono delle fiamme, dice, uscire dalla parte posteriore della macchina, forse il serbatoio sta bruciando. Scatta il codice rosso sia per l’ambulanza affidataria dell’evento che per l’autobotte dei VVF e il mezzo di supporto. Si esce in strada e si corre verso il luogo dell’incidente. Quando si è vicini le fiamme sono evidenti: è questione di pochi minuti prima che la maccina diventi un tizzone ardente. Arrivano i VVF che sparano i loro getti estinguenti in direzione delle fiamme e con esperienza riescono in poco tempo a domare le fiamme e spegnere l’incendio. Ancora qualche verifica e viene dato il permesso ai soccorritori sanitari di avvicinarsi e verificare le condizioni della donna rimasta bloccata nella macchina. La signora è molto confusa, sembra non rendersi conto del pericolo. Si verifica che non ci siano ustioni od emoraggie ed è valutato il possibile stato di shock. Per fortuna la signora sembra stare fisicamente bene, senza segni di imminente pericolo per la sua vita e quindi si decide di utilizzare una tecnica di estrazione ed immobilizzazione lenta ma più efficace a garantire l’incolumità della signora.
Mentre i soccorritori stanno lavorando per mettere il corsetto estricatore ed immobilizzare la donna, i VVF stabilizzano la macchina e poi tagliano le lamiere e le parti che ingobrano e che impediranno una volta preparata la donna, di essere liberata. Dopo alcuni minuti la sinergia tra CR e VVF si concretizza ancora nel momento dell’estricazione vera e propria. La signora è adagiata sull’asse spinale, poi immobilizzata e caricata sul lettino. Via ancora una volta verso il centro traumatologico.
Fine “turno”
Sembra una puntata di Chicago Fire ed invece è stata una serata di intenso lavoro e di seria formazione per i 4 gruppi di volontari che hanno collaborato. Considerando gli operatori, i simulatori e gli organizzatori, questa sera 40 VVF delle tre caserme di Civezzano, Fornace e Cognola e 18 volontari della CRI di Pegine hanno messo insieme ancora una volta le loro forze e si sono messi in gioco per trovare nuovi modi di migliorare il soccorso interforze. A rifocillare questa massa di volontari erano presenti in cucina anche dei cuochi che nelle poche e brevissime pause hanno garantito un pasto caldo a tutti.
Ecco un commento di Rudi Dorigoni, referente dell’obiettivo strategico dell’emergenza per il CL di Trento e presente all’esercitazione.
Grande soddisfazione per l’esito di questa serata. La complessità di riuscire a incastrare così tanti eventi in così poco tempo è stata anche una sfida organizzativa. Abbiamo voluto, assieme al Comandante Shmid, fare quacosa di diverso rispetto alle solite simulazioni in grande stile riferite ad un solo evento. Abbiamo pensato alla serata come ad un momento importante di formazione per entrambi. In Croce Rossa e nel soccorso organizzato in generale la formazione è importantissima. Il confronto con altre realtà è indispensabile per poter imparare i ruoli e le tecniche gli uni degli altri, per capire come stare al proprio posto o come poter essere utili in alcune fasi delicate di un soccorso. L’uso di simulazioni in situazioni realistiche serve anche a preparare psicologicamente i soccorritori a lavorare in scenari scomodi, impervi, all’interno di macchine piene di vetri rotti, attuare tecniche che solitamente sono applicate in ambienti protetti all’interno delle sedi.
La risposta di tutti sia in termini di applicazione che di capacità di azione è stata splendida e il lavoro che portiamo avanti da alcuni anni anche con la collaborazione dei VVF di Civezzano ci sta dando grandi soddisfazioni nel vedere come i soccorritori sanitari e tecnici riescono ad interagire tra loro.
Rubando un motto scout, “Estote parati!”