I giovani, oggi, per il pianeta di domani
Oggi come forse tutti saprete è stato indetto a livello mondiale il #fridayforfuture (venerdì per il futuro). Avrete sentito parlare della ragazza (16 anni compiuti da poco) Greta Thunberg che ormai da agosto scorso sta dando risalto in maniera indipendente, senza essere sostenuta (almeno all’inizio) da nessuna associazione, ai temi del riscaldamento globale e del risparmio energetico. Se volete approfondire la sua storia e conoscere la probabile prossima vincitrice del premio Nobel per la Pace, vi invitiamo a leggere questo articolo.
Perché ne parliamo in un sito di Croce Rossa? Perché da parecchi anni la federazione internazionale di Croce Rossa e tutte le società nazionali stanno sollevando a loro volta gli stessi problemi creando addirittura un centro specifico per il controllo e la risposta ai disastri causati dai cambiamenti climatici. Naturalmente la IFRC e le società nazionali lo fanno in maniera diplomatica, rivolgendosi ai governi e alle grosse organizzazioni ma è un aspetto che riguarda direttamente ogni essere umano, soprattutto in quello che viene definito il “primo mondo” e adesso anche nel “secondo”. Il fatto che tutti gli indicatori sullo stato di “salute” del pianeta indichino ormai il baratro sembra che non interessi a nessuno, ma riguarda tutti noi. E con NOI non si intende i nostri figli o nipoti, ma proprio NOI STESSI, QUI ED ORA. Se solo vogliamo guardarla dal punto di vista egoistico della nostra salute personale, l’ultima ricerca sulle cause di morte della popolazione mondiale pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista “European Ealth Journal” da un team di ricercatori internazionali dimostra che nel mondo le morti provocate in maniera diretta dall’inquinamento sono quasi 9 milioni e solo in Europa superano le 800 mila unità. Se rapportiamo al numero di decessi annuali, per esempio nel 2017, vediamo che la cifra è proporzionalmente sbalorditiva: sulle 5 milioni e 300 mila morti del 2017, 800 mila di queste pesano per circa il 15% del totale.
Il riscaldamento globale è un effetto che sebbene qualcuno non voglia vedere perché nel suo tinello di casa la situazione è tutto sommato sotto controllo, è un fenomeno che globalmente sta sconvolgendo il clima. L’accumulo di CO2 nell’aria sta diventando insostenibile, le foreste, sempre più colpite dalla deforestazione, non riescono a sostenere il ritmo della produzione di diossido di carbonio. Inoltre gli incendi delle foreste rimettono in circolo la CO2 filtrata negli anni da quelle piante bruciate. Il PH degli oceani cresce, ghiacciai sulle nostre montagne sono solo visibili sulle foto nei rifugi, la neve è ormai solo nelle bocce di vetro dei souvenir e a nord delle Alpi perché i cicloni che un tempo si creavano nell’Atlantico all’altezza dei tropici e che arrivavano in Italia da ovest, ora si formano centinaia di chilometri più a nord e ci superano passando per il nord delle Alpi. La desertificazione delle zone aride del pianeta continua imperterrita e costringe le popolazioni che vi vivevano a scappare e trasferirsi facendo aumentare il numero di persone che migrano.
La generazione che oggi sta governando il mondo è cieca e sorda a questo canto, il fatto che i nostri giovani, anche in Croce Rossa, da anni abbiano tra i loro progetti più importanti la risposta e l’adattamento ai cambiamenti climatici, progetto DRRCCA di cui vi avevamo già parlato l’anno scorso, uniti alla volontà dei loro coetanei, è l’unica speranza per noi e la biosfera così come la conosciamo oggi. Tra qualche decina di anni inoltre la desertificazione spingerà quasi 150 milioni di persone ad abbandonare la propria casa perché non ci sarà più niente da mangiare. Impariamo a rispettare il nostro pianeta, perché, come dice il meteorologo Luca Mercalli, “Non abbiamo un pianeta di riserva”.(le)